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Meno vorrei incontrare delle persone e più le incontro, oggi compreso.

Nelle ore più strane, nei posti più impensati. Questa città inizia a andarmi stretta, aumentando il risentimento.

Ogni giorno osservo con cura i tatuaggi, mi aiutano a ricordare cosa posso e non posso fare.

Non bastavano certi incontri casuali che ne arrivano di nuovi. O meglio “ne potrebbero” ma non gli do nessuna possibilità nemmeno per sbaglio.

Ieri notte mi arriva un messaggio che mi domanda come sto e cosa ho, perché ha saputo del ricovero e dei futuri accertamenti.

Inizialmente sono rimasto perplesso per questo interessamento perché non abbiamo tutta questa confidenza ma soprattutto per l’orario, ovvero 2:47 del mattino.

Mi vorrebbe parlare personalmente e gli ho risposto che non mi sentivo di uscire e incontrare nessuno a quell’ora anche perché non saprei di cosa parlare.

Raccontare cosa?

Che ho avuto fortuna a scampare a morte certa? Che poi sempre ad alto rischio rimango, non a caso devono farmi gli accertamenti per potermi dare una diagnosi il primo ricovero programmato l’ho per il 29 c.m. il solo pensiero mi logora un po’.

In tutti i casi surreale una persona che conosco si è no mi manda un messaggio a quell’ora e mi voglia parlare.

Anche ora squilla ma la domanda che gira nella mia testa è semplice, con tutta la giornata a disposizione proprio ora?

Il mio risentimento è l’unica voce che sento.

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