
Amore mio,
Scrivo come si fa con una fiamma che trema, molto piano, per non spegnerla, ma con tutta l’urgenza di chi sa che quel tremito è l’unica guida che ha. Ci sono notti in cui rivedo i tuoi occhi come si rivede un luogo sicuro, un punto sicuro, un faro nella notte in cui la apparizione netta nel buio, confortevole e tagliente allo stesso tempo.
Rifletto "Ma come vorrei avere i tuoi occhi", e questo non per rubarti qualcosa, ma per comprendere meglio il mondo che tu tocchi solo con lo sguardo.
Quando osservi, la realtà cambia, diventa mutevole. Un tramonto frettoloso si trasforma in poesia che si può quasi toccare, una notte si trasforma in vera magia.
Tu non annoti soltanto ciò che c’è ma lo accarezzi, lo nomini, lo custodisci.. io, prendo e cammino dietro ai tuoi pensieri, commovendomi più di quanto pensassi possibile.
È come se imparassi a respirare per la prima volta ogni volta che i tuoi occhi mi raggiungono, ogni volta che ti osservo mi innamoro sempre come la prima volta. Una eterna prima volta.
Ho un vuoto dentro, inutile fingere che non ci sia.
È una stanza con una porta socchiusa che si apre solo quando tu entri. Senza di te, quella stanza si dilata, fa eco, e ogni suono torna indietro strano e lontano.
Con te, invece, lo spazio si riempie.. dei tuoi gesti, delle tue parole buttate via per gioco, dei tuoi silenzi che sanno di casa. Ti assicuro che non è ironia o se preferisci retorica ma quello che scrivo è misurabile come il battito di un cuore quando qualcuno lo si ascolta davvero.
Vorrei seguirti dove vai, non lo farei come un’ombra, ma come un compagno che sceglie di rimanere vicino anche nei percorsi più banali. Ci sono momenti che vorrei sedermi sulle piccole panchine dei tuoi ricordi, assaggiare insieme a te quello che preferisci, imparare a riconoscere i suoni che ami, rubarti un pò della tua normalità, riesco a dubitare persino di me stesso quando immagino di restare dove tu stai, la mia idea di casa si stringe fino a contenere solo la tua presenza.
Non chiedo molto, solo il permesso di esistere accanto a te, senza pretese, con la pazienza di chi sa che le cose importanti si costruiscono a piccoli passi. Piccoli ma intensi
C'è un desiderio che mi brucia: cambiare il mio mondo. Con te tutto sembra possibile, la tua visione, la tua capacità di vedere bellezza e il dolore insieme, è una cosa più grande di me.
Mi fai credere che si possa tentare, sbagliare, rialzarsi. E tentare per quanto sia un verbo spartano mi sembra già una rivoluzione se lo facessimo insieme.
Ti cerco nelle cose quotidiane in una canzone, nel suo testo, nelle piccole cose e nelle grandi, nella allegria di un messaggio e quando non ci sei mi porto dietro la tua presenza come si porta un dono prezioso, la apro, la osservo, la rimetto via sperando di riaverla presto.
Forse il miracolo se così si può chiamare non è avere i tuoi occhi, ma poter offrire i miei a te, guardarci, rifletterci e provare a riparare quello che si è rotto. Vorrei che i nostri sguardi si mischiassero, insieme, riconoscessimo cosa vale davvero la pena tenere e cosa no. Vorrei che la tua bellezza mi insegnasse la pazienza, scrivo queste parole con tutto l’amore che ho, e un po’ di coraggio in prestito.
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