
Un giorno le domandai se avesse conseguito la patente di guida. Senza sapere se l’avesse realmente conseguita oppure no, mi venne istintivo sapere già la risposta. Una persona così, con un intelletto così fine era impossibile che non l’avesse, e mi rispose – Si, l’ho, un po’ rammaricata.
Il mio cuore che batteva un po’ più forte del solito. Ogni conversazione con lei era come un labirinto di sorprese, e mi perdevo volentieri in esso. Le chiesi se voleva guidare e inizialmente mi disse no, non era sicura, e sempre con quel rammarico mi disse:
– Ho la patente ma non guido
Inizialmente confuso, le ripetei la domanda
– Ripeto ho la patente ma non guido
Ottenni la stessa identica risposta e da lì capii che avevo capito benissimo la prima risposta, pensai che qualcosa non andava, una persona con la patente e con una macchina in comune con un’altra persona, non guida, il discorso non tornava e nemmeno mi piaceva. In quell’attimo, mentre i nostri sguardi si incontravano, sentii che questa farfalla andava sciolta dal filo che la teneva legata a un grande sasso.
[Inazuma] Scambiati di posto con me e guida.
[Dreamy] Ma se ti ho appena detto che ho la patente ma non guido! e tu vuoi mettermi in mano la macchina?.
[Inazuma] Chi se ne frega se non guidi la tua o macchina in comune che sia, scambiati di posto con me e guida questa! ti voglio alla guida.
[Dreamy] E ti fidi? Cioè ti fidi cosi? sono anni che non guido da quando non ho più la mia …
[Inazuma] E allora? questa è a cambio automatico ma sono convinto che la guiderai e la guiderai anche bene perchè ho fiducia nelle tue capacità. Le spiegai il cambio automatico come funzionava.
Non mi sbagliavo, non se lo fece ripetere due volte il funzionamento, ed era davvero una persona diligente, mi piaceva il suo stile di guida. Andammo qui vicino, in un ufficio postale e le domandai di aspettare un attimo li fuori che sarei tornato subito, quando ritornai la trovai un pò più avanti parcheggiata e quando entrai nuovamente dentro la macchina mi disse “Mi sono spostata, li non mi piaceva”, sorrisi perchè forse non si era nemmeno accorta che tutta le sue insicurezze come per incanto in un attimo svanirono. Aveva guidato da sola senza nessuno accanto.
Proseguimmo in giro per la città, non la nostra ma il paese confinante, senza una meta, senza pensieri, con il cuore colmo di felicità, non mi importava dove mi avrebbe portato, perché ero già nel posto che volevo essere. Insieme a Lei.
Ho il cuore che ogni minuto mi chiede quando torna...
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