
Un pomeriggio. Non uno dei tanti che una persona potrebbe avere ma uno di quelli che ti incidono l’anima. L’aria umida e il profumo di salsedine, in questo luogo regna sovrano, ma dentro casa, nel tepore del bagno, c’era un’altra atmosfera, fatta di attesa e di una dolce tensione. La doccia con il suo vapore inizia a riempire la stanza, creando un’aura quasi magica.
È stato strano, all’inizio. Di solito, la doccia era un momento tutto mio, un rifugio solitario. Ma quel giorno, per la prima volta, ero insieme a una persona. Lei.
Entrammo insieme e l’acqua calda ci avvolge all’istante, un abbraccio liquido che ci scioglie le tensioni della giornata. Le prime gocce scivolano sulla sua pelle, bagnando i suoi lunghi capelli che si attaccano dolcemente alla schiena per poi prenderli e avvolgerli come un chignon, lasciandola scoperta. C’è un silenzio rotto solo dal suono dell’acqua e dai nostri respiri.
Le mani si cercano, si sfiorano con delicatezza, un tocco che dice più di mille parole. È lì, sotto quel getto caldo, che le nostre anime sembrano davvero fondersi. L’acqua che scivola languida sulla sua pelle, accarezzando ogni curva, delineando ogni contorno. La vidi danzare sui suoi seni, un velo scintillante che ne esalta la pienezza, per poi perdersi lungo i tuoi fianchi sinuosi, come un bacio liquido che la percorre tutta. Ogni suo movimento, ogni mio gesto, è in perfetta armonia. Le sue risate sommesse si mescolano al rumore dell’acqua, e mi ritrovo a sorridere, un sorriso che mi arriva dritto al cuore. Non c’era bisogno di parlare. Le parole erano superflue quando la pelle comunica in modo così profondo. L’acqua che scivola lungo la sua schiena a cui non posso fare a meno di osservare, una pelle cosi di seta, perfetta, magnifica al punto di sorgere il pensiero se sia sogno.
Dopo, uscire dalla doccia sembra quasi un risveglio da un sogno. L’aria fresca ci accarezzava mentre ci avvolgiamo negli asciugamani. E poi inizia il nostro rito, quello che sarebbe diventato il più dolce dei momenti: prendermi cura dei suoi capelli. Sono così lunghi, scuri, e quando li toccavo, sembravano seta bagnata tra le mie dita. Iniziavo a pettinarli con delicatezza, sciogliendo ogni nodo, sentendo la morbidezza ritornare sotto le mie mani. Ogni ciocca, una carezza. Li asciugavo lentamente, con amore, quasi temendo di rovinare quella perfezione. Il calore del phon, il profumo dello shampoo, e i suoi occhi che mi guardavano, pieni di luce e di un affetto che mi riempiono l’anima.
Questo era il nostro momento, un rituale sacro che si ripete ogni volta che stavamo insieme. Era più di una semplice doccia, più di una semplice asciugatura di capelli. È la celebrazione della nostra intimità, la conferma che le nostre anime, in qualche modo, si sono trovate e riconosciute. Tutt’ora mi domando come faccio a vivere senza tutto questo.
Amo il profumo della sua pelle, la potrei fiutare tra migliaia di persone.