
Ci sono mattine in cui mi sveglio con il cuore pesante, incapace di muovermi dal letto, resto immobile, a fissare il soffitto. In quei momenti mi sembra che la vita mi scivoli via dalle mani, che ogni sforzo sia inutile, poi riaffiora un ricordo, così vivido da sembrarmi reale, e per un attimo la solitudine si trasforma in nostalgia calda, quasi dolce.
Era notte, quando venivi a trovarmi. Citofonavi piano, come se il mondo fuori non dovesse accorgersi di te, e portavi con te quella luce che solo tu sapevi avere, restavamo svegli per ore, parlando di tutto e di niente, avvolti in un silenzio che non era mai vuoto. Le tue carezze erano leggere, i tuoi baci lenti, e io mi perdevo in quel tempo sospeso, dove sembrava che nulla potesse ferirci.
Ricordo ancora la doccia calda che facevamo sempre insieme, mentre il vapore appannava lo specchio, uscivo per primo e aspettavo con l’asciugamano in mano, felice di essere parte dei tuoi gesti più semplici.
Ti sedevi e lasciavi che fossi io ad asciugarti i capelli, a pettinarli con calma, quasi con estrema devozione.
Erano momenti intimi, segreti, in cui mi sembrava che l’universo intero si riducesse a quel piccolo spazio condiviso, mentre le ciocche scivolavano tra le mie dita, io mi sentivo al sicuro. Con te.
Ora tutto questo non c’è più. Le notti sono silenziose, e il letto che un tempo conosceva la tua presenza è diventato freddo. A volte allungo la mano nel buio, quasi a cercare ancora la tua pelle, ma incontro solo il vuoto, quelli sono i momenti che il dolore si fa più forte, e la mancanza rischia di soffocarmi.
Ho iniziato ad aggrapparmi a tre parole che ho visto in un film su una schiena tatuata: Veritas Omnia Vincit. La verità vince su tutto.
La mia verità è che tu mi manchi, e che niente potrà cancellarlo. Ma la mia verità è anche che io posso resistere, che la volontà di non spegnermi è più forte di ogni vuoto.
Quando la nostalgia mi piega, ripeto quella frase come un mantra… anche se Veritas Omnia Vincit. Non mi ridà i tuoi capelli da pettinare, né le tue risate di notte, ma mi ricorda che, anche nel dolore, io posso scegliere di andare avanti. Passo dopo passo, respiro dopo respiro.
E così vivo, con la ferita e con la forza, con i ricordi che porto dentro e con la volontà che mi spinge oltre. Perché so che quella verità, la mia, quella che nasce dal cuore e può vincere su tutto, anche sull’assenza che hai lasciato.Lo sento allo stomaco prima ancora che diventi parola, un nodo che diventa peso, poi crampo, poi un moto che sovrasta ogni spiegazione, ho imparato a fingere: mangio, parlo, rido quando serve. Ma lui c’è, sempre. Si siede con me nella stanza mentre faccio finta che tutto sia normale. Si strofina contro le costole, chiama dal fegato, mi costringe a un respiro corto.
Veritas Omnia Vincit …