
l puntatore del mouse indugiava sul pulsante “Cancella”. Un solo clic e anni di ricordi, pensieri e dediche sarebbero svaniti nel nulla digitale.
Il blog, “La Sconosciuta,” era nato come un santuario, un luogo dove depositare ogni emozione legata a Lei. Ogni post era un frammento di noi, delle nostre risate, delle discussioni, dei sogni che avevamo costruito insieme.
Ora, la rabbia e il dolore acuto della nostra rottura mi spingevano a distruggere tutto. Era una reazione a catena: Lei aveva voltato pagina così velocemente, o almeno così mi sembrava, e io volevo fare altrettanto, cancellando ogni traccia del nostro passato. Ma in quel momento, il pentimento mi avvolse come una coperta gelida.
Era un pentimento strano, non per la fine della relazione in sé, ma per la furia distruttiva che mi stava animando. Stavo agendo d’impulso, spinto da un desiderio di vendetta emotiva, non contro La Sconosciuta, ma contro il dolore che provavo. Cancellare il blog non avrebbe cancellato i ricordi dalla mia mente, né avrebbe annullato il tempo che avevamo trascorso insieme. Avrebbe solo privato me stesso di una parte della mia storia, e, forse, in un futuro, di un modo per ricordare ciò che c’era stato di bello. Era come strappare pagine da un libro della mia vita solo perché l’ultimo capitolo era finito male.
Ho chiuso gli occhi, visualizzando ogni post.
Erano frammenti di un amore che, seppur finito, era stato reale e importante perlomeno da parte mia da parte sua non mi esprimo i fatti parlano da soli.
Non meritava di essere cancellato per un momento di debolezza. Mi resi conto che a volte, per andare avanti, bisogna fare due passi indietro. Non significa tornare indietro nella relazione, ma fare un passo indietro dalla rabbia e dalla fretta di dimenticare. Significava onorare ciò che era stato, senza lasciarsi sopraffare dal presente.
Ho allontanato il mouse dal pulsante “Cancella”. Il blog è rimasto qui, intatto, la parte che ho iniziato a scrivere dopo il problema di salute, l’altra parte l’ho qui nella cartella documenti e chissà se mai ricaricherò anche quel contenuto. Per adesso non mi sento.
Non ho intenzione di rimuginarci sopra.. è lì, come un promemoria che anche le storie che finiscono hanno il loro valore. Ho imparato che il perdono, verso sé stessi per i propri errori e le proprie reazioni, è il primo passo per guarire. E che non ogni traccia del passato va eliminata; alcune vanno conservate, non per vivere nel rimpianto, ma per ricordare il cammino percorso e le lezioni apprese.
Questa traccia è l’inizio di un ricordo che non va cancellato.