Reminescenze di un passato che trascende il tempo. [Parte 1 ]

Da quando sono entrato la prima volta in ospedale precisamente 18 aprile 2025 e sentito le parole del medico dette quel giorno e ripetute fino allo sfinimento ogni volta che chiedevo se mi potevo alzare dal letto.. ovvero un NO secco e ricordarmi che ero in terapia subintensiva di cardiologia e non in un cinema, non era un film e dovevo stare molto attento alla mia posizione perchè ero sopra un filo sottile.
Anche successivamente in nefrologia mi dissero le stesse identiche cose, sostenevano che a un danno renale si puo sempre ottenere un rimedio e non si lascia questo mondo, con il cuore invece attenzione stare sempre in campana perchè anche nel bagno se succede qualcosa, alzarsi dalla tavoletta del water e superare la porta non è scontato ma si potrebbe rimanere direttamente seduti li.
L'esempio calzava alla lettera.
Quando gli dicevo che dovevo essere dimesso perchè ho delle attività, responsabilità l'unica risposta che ottenni nelle prime 24 ore fu, che non vi era certezza che superassi le 48 ore successive e precisamente "Non abbiamo certezza che tu superi la pasqua", mi chiesero il numero di 1-2 parenti e quando sarebbero potuti venire per parlare con il primario, lo prevedeva il protocollo.
la raccomandazione che mi diedero e di non pensare a cosa succedeva fuori, a tutto c'è un rimedio volente o nolente, ma dovevo pensare a superare le 48 ore e soprattutto uscire con le mie gambe in posizione verticale e non orizzontale.
La vita l'ho vista scorrere come un film, spezzone per spezzone.
Non riuscivo a realizzare.
Fino a qualche giorno fa che dopo l'ennesimo ricovero... e la biopsia renale ho capito che così non può andare.
Attualmente non sono realmente dimesso, per dimettermi ci vuole la patologia, ovvero sapere che patologia ho, invece è la prima volta che si verifica una cosa simile e non si sa il fattore scatenante, molto probabilmente congenito e qualcosa ha svegliato questa situazione.
Risultato un calendario con ricoveri prefissati, volti a studiare la situazione e stabilizzarla perchè attualmente è tutto decisamente instabile.
Apparte questo,
Gli ultimi quasi 5 anni devo chiudere il ciclo e ritrovare me stesso, ogni volta che mi guardo nello specchio non mi ritrovo. Non va bene.
Le attività decido di chiuderle, una in particolare ho dei ricordi che non voglio ne pensarci e ne mantenerli, e poi sono stanco del contatto con il pubblico
Veramente anche con il contatto con le persone, iniziano a darmi fastidio, le persone quando le vedo vedo persone senza volto come se fosse cancellato talmente è tale il disinteresse.
Posso fare tranquillamente tutto dal pc in un ufficio senza persone che mi ronzano intorno apparte i collaboratori/collaboratrici.
Meditavo di trasferirmi di città cosi da chiudere un capitolo della mia vita una volta per tutte e naturalmente con esso tutti i contatti che ho acquisito fino a ora.
Non credo ci voglia troppo a "Evaporare" logicamente sono obbligato a rispettare la calendarizzazione che l'ospedale mi ha imposto, ma se cambio città non credo sia problematico farmi seguire altrove.
devo rifletterci per bene.
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