
Il giorno è scomparso ed è arrivato il gelo e all’imbrunire come un’onda fredda, cala il buio che mi avvolge con le sue tenebre. Il sole scompare, la città esplode di luci lontane, e qui dentro tutto si fa pesante, scuro.
Il silenzio non è più vuoto è una presenza che mi sfiora, si siede accanto a me sul divano, immobile, respirando piano.
Vorrei accendere la TV. Vorrei sentire una voce. Vorrei… ma le parole restano intrappolate nella gola, i sorrisi cadono come maschere vuote, poso loro insieme alla maschera della felicità e ritorno me stesso.
Allora scrivo. Qui, su queste pagine, costruisco il mio rifugio. Non è reale, non è tangibile, eppure è solido. Le dita battono sulla tastiera, le frasi si aggrovigliano e si distendono, come fili invisibili che separano me dal caos là fuori, racconto ciò che pulsa dentro di me.. paure, dolori, e quei rari lampi di gioia che mi attraversano come fulmini improvvisi. Nessuno risponde, nessuno giudica… eppure non sono solo. Ogni parola è un passo dentro il mio labirinto, un gesto per mettere ordine tra le emozioni che altrimenti si disperderebbero ma ancora non lo fanno del tutto perchè hanno bisogno del loro tempo e devo radicarle bene nelle più buie e remote profondita di questo labirinto e fare cosi modo che non riescano piu a riemergere.
Nessuna emozione, equivale a nessuna delusione, nessun dolore. Rimango solo io, come d’altronde mi ci sono sempre sentito a causa di me stesso.
Ho preso coscienza di una cosa importante, nella mia vita qualsiasi cosa mi accada è solo attribuibile a me stesso, inutile esternare, anche solo pensare di poterlo fare.. l’unica cosa che otterrei è l’incomprensione.
Un’altro periodo difficile da quel maledetto 18 aprile che non mi lascia respirare, ma non voglio pensarci o perlomeno ci provo, questo malessere non passa, altro malessere si accumula per altri motivi e alla fine ritorno qui a scrivere di me stesso.
Ogni post chiude una porta. Una stanza silenziosa, senza colpa, senza sguardi estranei. Nessuna aspettativa di normalità, solo io e le mie parole, solo un silenzio che finalmente mi accoglie. Anche quando la mia fortezza sembra troppo alta, i muri troppo spessi, so che qui sono al sicuro.
Qui la solitudine non è peso, è compagnia. Qui posso essere interamente me stesso, con tutto ciò che porto dentro… e va bene così.
Non so cosa sia giusto e nemmeno cosa sia sbagliato, cosa realmente devo fare e quello che altrettanto realmente non dovrei fare, il periodo è quello che è, ma non importa sguardo fisso sulla strada, da qualche parte mi porterà prima o poi, l’unica cosa che so e che è freddo. E’ Buio.